Alla vigilia
del sessantatreesimo Festival di Sanremo, persino il proverbiale ottimismo di
Mollica vacilla: “andrà bene? Io lo vedo così fiacco”. Ogni anno tutti si aspettano qualche miracolo,
e San Remo, che difatti si scriverebbe proprio così, staccato, non li fa. L’inviato
del Tg1 al seguito della Rai (una legione di 500, 600 persone coinvolte a vario
titolo) è da sempre uno dei più affezionati al tradizionale rituale
festivaliero, sinceramente preoccupato di risollevare il morale delle truppe. Così
ieri sera, al Gran Gala, il solito party di benvenuto per cantanti e addetti ai
lavori gentilmente allestito al Victory Morgana Bay, ma puntualmente disertato,
scatta la chiacchierata informale tra i pochi habitué che ogni anno si
ritrovano a lavorare a braccetto in questa avventura. Ora, è vero che il
Morgana è il locale più fashion della città ligure, ma siamo sicuri che questo
spreco di ”y”, lunghe file create ad hoc davanti all’ingresso, dj-cocktail set
e l’immancabile strizzatina al burlesque possano mettere insieme tutti i
protagonisti di questo Festival? Il resoconto finale della festa, infatti, registra
i venti minuti di presenza di Luciana Littizzetto e, come unico testimonial
della gara, Simone Cristicchi. Forse poteva essere la cornice giusta per la
spumeggiante Clerici o per il Bonolis più mattacchione, sicuramente meno per l’inappuntabile
e sobrio Fazio e, non a caso, lustrini e paillettes sono spariti anche dalla
scenografia dell’Ariston.
Dopo diciannove Festival a cura di Gaetano Castelli, la novità di quest’anno è l’arrivo di Francesca Montinaro, autrice di installazioni e scenografa dei programmi di Fazio e Saviano su Rai tre e della Bignardi su La7. Nel frattempo il “titolare” non è scomparso: costruisce castelli per la tv albanese e altri sogni al Moulin Rouge di Parigi.
Dopo diciannove Festival a cura di Gaetano Castelli, la novità di quest’anno è l’arrivo di Francesca Montinaro, autrice di installazioni e scenografa dei programmi di Fazio e Saviano su Rai tre e della Bignardi su La7. Nel frattempo il “titolare” non è scomparso: costruisce castelli per la tv albanese e altri sogni al Moulin Rouge di Parigi.
L’ispirazione
della Montinaro unisce “lo stupore barocco ideato dai fratelli Bibbiena, gli
strappi logori di Burri e i tagli filosofici di Fontana che fenderanno lo
spazio''.
Una scala centrale su un fondale fatto di teli di iuta, stile “Edward mani di forbice” e molto teatrale, la cui trasposizione televisiva sarà nelle mani di luce di Ivan Pierri, direttore della fotografia.
Tra color che son sospesi, restano ancora una volta gli orchestrali, fatti lievitare dalla buca canonica fin sopra gli obliqui trespoli dove sono appese le luci. Pare che la comodità e la possibilità di manovra per il musicista sia pari a quella di una seggiovia, con ringhiera pensata per una giusta protezione, ma non a misura di tromba e altri fiati a continuo rischio di impatto con la gabbia in piccionaia. Dopodiché, speriamo che nessuno degli orchestrali, già poco entusiasti del panorama, debba mai alzarsi prima del previsto.
Una scala centrale su un fondale fatto di teli di iuta, stile “Edward mani di forbice” e molto teatrale, la cui trasposizione televisiva sarà nelle mani di luce di Ivan Pierri, direttore della fotografia.
Tra color che son sospesi, restano ancora una volta gli orchestrali, fatti lievitare dalla buca canonica fin sopra gli obliqui trespoli dove sono appese le luci. Pare che la comodità e la possibilità di manovra per il musicista sia pari a quella di una seggiovia, con ringhiera pensata per una giusta protezione, ma non a misura di tromba e altri fiati a continuo rischio di impatto con la gabbia in piccionaia. Dopodiché, speriamo che nessuno degli orchestrali, già poco entusiasti del panorama, debba mai alzarsi prima del previsto.
A completare
il bozzetto iniziale, prosegue con altri dettagli una delle arredatrici, da tre settimane in trasferta per l’allestimento: “l’atmosfera è più cupa degli altri anni e
anche in giro vedo poco movimento. Sarà anche questo un segno della crisi”.
Dettagli di arredamento sono la sua specialità, per il Festival e per i
programmi Rai che di canzone sanremese in questi giorni si nutrono. Manca solo “La vita in diretta”: “Prima veniva
su tutta la redazione e faceva base al Casinò. Quest’anno ci saranno solo gli
inviati. Uno studio in meno da allestire”.
Poi c’è la parte istituzionale. “Alcune stanze dell’Ariston si trasformano in eleganti uffici per i direttori. Dai magazzini di via Teulada, Saxa Rubra e Dear ogni anno vengono rispolverati per una settimana tappeti, scrivanie, divani, computer e monitor per il direttore generale, il direttore di Rai uno, la segreteria di rete e il direttore dei grandi eventi. Solo il palcoscenico è imprevedibile e più raffinata è la scenografia, più di livello alto sono il design e il prezzo delle poltrone in scena per gli ospiti di turno. Da Roma sono arrivati due bilici solo per l’arredamento”.
Nessuna richiesta da camerino o capriccio da star. “Fazio è una persona molto riservata e questo starsene per conto suo, con il suo gruppo di autori che gli fanno da filtro, ha creato malcontento e distacco con noi della troupe, scenografi, assistenti audio, cameraman. Fino all’anno scorso c’era questa tradizione di stare tutti insieme, con i cantanti che si fermavano alle prove dei colleghi, addirittura sancita dal motto di Morandi “stiamo uniti”, ma quest’anno è tutto così sottotono e Fazio non si è mai visto in teatro e non ha ancora fatto le inquadrature”.
In un primo momento, inoltre, nel concept scenografico, non era prevista nemmeno un’apertura per consentire il passaggio di materiali di scena e persino le scalette che collegano il proscenio alla platea (tante volte qualcuno fosse invitato a salire sul palco) erano scomparse.
“Quest’anno, però, il direttore generale Gubitosi in prima fila non vuole vedere nessuno... " spiega la corrispondente di questo post che preferisce l'anonimato. "Sarà per questo che il sipario della rassegna si alzerà a illuminare e a scoprire tutta una parte del pubblico, le cosiddette poltronissime, vuote e messe sotto vetro, coperte e protette da una teca trasparente”. Una prima inquadratura ad effetto sul cui significato metaforico c’è da meditare.
Qualche posto riservato si recupererà con nuove poltrone laterali al palco, alimentando nello spettatore il fascino e il mistero di questo Teatro Ariston che, nella realtà, è molto più piccolo di quanto la tv riesca a far credere.
Poi c’è la parte istituzionale. “Alcune stanze dell’Ariston si trasformano in eleganti uffici per i direttori. Dai magazzini di via Teulada, Saxa Rubra e Dear ogni anno vengono rispolverati per una settimana tappeti, scrivanie, divani, computer e monitor per il direttore generale, il direttore di Rai uno, la segreteria di rete e il direttore dei grandi eventi. Solo il palcoscenico è imprevedibile e più raffinata è la scenografia, più di livello alto sono il design e il prezzo delle poltrone in scena per gli ospiti di turno. Da Roma sono arrivati due bilici solo per l’arredamento”.
Nessuna richiesta da camerino o capriccio da star. “Fazio è una persona molto riservata e questo starsene per conto suo, con il suo gruppo di autori che gli fanno da filtro, ha creato malcontento e distacco con noi della troupe, scenografi, assistenti audio, cameraman. Fino all’anno scorso c’era questa tradizione di stare tutti insieme, con i cantanti che si fermavano alle prove dei colleghi, addirittura sancita dal motto di Morandi “stiamo uniti”, ma quest’anno è tutto così sottotono e Fazio non si è mai visto in teatro e non ha ancora fatto le inquadrature”.
In un primo momento, inoltre, nel concept scenografico, non era prevista nemmeno un’apertura per consentire il passaggio di materiali di scena e persino le scalette che collegano il proscenio alla platea (tante volte qualcuno fosse invitato a salire sul palco) erano scomparse.
“Quest’anno, però, il direttore generale Gubitosi in prima fila non vuole vedere nessuno... " spiega la corrispondente di questo post che preferisce l'anonimato. "Sarà per questo che il sipario della rassegna si alzerà a illuminare e a scoprire tutta una parte del pubblico, le cosiddette poltronissime, vuote e messe sotto vetro, coperte e protette da una teca trasparente”. Una prima inquadratura ad effetto sul cui significato metaforico c’è da meditare.
Qualche posto riservato si recupererà con nuove poltrone laterali al palco, alimentando nello spettatore il fascino e il mistero di questo Teatro Ariston che, nella realtà, è molto più piccolo di quanto la tv riesca a far credere.
Infine, rispetto al cavalier Benigni di due anni fa, l’ingresso
della Littizzetto sarà da favola, sulla carrozza di Cenerentola trainata da
quattro cavalli bianchi, ma dovrà fermarsi e scendere fuori dal teatro. Al
Festival 2013 il primo desiderio l’ha esaudito proprio l'arredatrice di questa anteprima, contattando una ditta
romana che affitta mezzi di trasporto d’epoca per il cinema. Se dici mila… un genio
della lampada ripeterà anche il prezzo.
ma tanto si sa già chi vince... Fausto Leali, Albano o Toto Cutugno. Non so se sono in gara, ma non importa.
RispondiEliminaStefano Pogelli
complimenti stefano, pur a digiuno di sanremo, ne hai azzeccati due su tre. Si esibiranno come ospiti, ma tanto è uguale (forse peggio)
Eliminae a proposito di cavalli vincenti, nei loro momenti di gloria si votava con le schedine del totip!
Buon Sanremo a tutti!
RispondiEliminaTaglio del nastro per il carrozzone più variopinto d'Italia.
Scenografia Faziana "anzichennò". Mi piace l'idea delle poltronissime nella teca. Bel messaggio. Peccato che i soliti capoccia saranno qualche fila più in là. Felice che la scenografa, dopo più di 60 anni sia una donna.
Da nostalgica del varietà e della luce so che rimpiangerò il buon Gaetanone Castelli ma il palco mi sembra attuale e polifunzionale. Vediamo che accadrà.
Sul clima "emotivo" non so che dire. Sicuramente Fazio non è un trascinatore e un inclusivo. Spero ci pensino cantanti e maestranze a riempire di empatia allegra il teatro, anche durante le prove. Soprattutto direi.
Invidia maxima per Lucianina Cenerentola che sono certa si divertirà come una matta per l'intera durata della kermesse.
Aspettiamo le 21 di domani e, soprattutto, stappiamo bene le orecchiette. Forse stavolta qualcosa di buono ci sarà!
WW
Alessandra, vero?
Eliminanostalgica del varietà.... t'è piaciuto lo scoop delle poltrone nella teca di vetro? la carrozza di cenerentola però costa troppo, posso proporti un giro con gea sulle giostre sotto casa.
Accetto volentieri. Ma la carrozza la voglio io. Dillo subito a Gea!
Elimina:)
La prima fila sotto teca mi inquieta!!
RispondiEliminaguarda bene, sono almeno una decina le file liberate, preservate o congelate, non so come definirle
Eliminasono molto curiosa di vedere tutto. Verificheremo domani! Perché Sanremo è Sanremo ;)
RispondiEliminadomani si passa ai cantanti alle canzoni
Eliminae preparati che venerdì Maria Nazionale farà "Perdere l'amore"
Grazie Timi.
RispondiEliminaPer questa esemplare carrellata sulla splendida decadenza, che svincolata dalla crisi, la prescinde. Avvezza com'è ad accendersi solo sotto riflettore e utilmente all'ultimo secondo (lei, la decadenza), lascia il resto congelato e remoto, sotto teca come le "poltronissima platea" in anteprima qui sopra. Un abbraccio e buon lavoro ti direi .. e te lo dico infatti.
Pino Marino
poltronissima platea...così da sembrare assente? e intoccabile?
RispondiEliminama che bell'affresco..:-) e cmq stasera con un bel bicchiere di vino sarò in primissima fila al Piccolo Ariston al Pigneto .. mica come a quell'Ariston lì di San Remo, che il bicchiere non te lo fanno portare.. Grazie Timi
RispondiEliminaCanio
Interessante, molto, questo backstage del backstage, e inquietante, molto, le poltrone sotto-teca.
RispondiEliminaAllucinante mettere gli orchestrali in bilico sospesi sopra il palco. Allucinante.
bye bye
Luciano
En attendant! Mancano Vladimiro ed Estragone di Godot, anzi non mancano, sono seduti sulle poltronissime da sempre! Grazie Timi, questa straordinaria antinarrazione è il più grande spettacolo! dopo dopo viene Sanremo!!
RispondiEliminaLidia