venerdì 8 novembre 2019

Berlino, da Muro a Murales con Kiddy Citny


Da muro a murales, gigantesca tela a cielo aperto, galleria d’arte contemporanea e temporanea, il Muro ha rappresentato anche la prima forma di Street-art a Berlino.
Kiddy Citny è stato il primo, nel 1984, con Thierry Noir e Christophe Bouchet, a sfidare il muro con la pittura, il 19 e 20 novembre l’artista berlinese sarà in Italia per dipingere con Jakob de Chirico un muro allestito all’interno del Museo Macro di Roma.

Kiddy Citny, com’è è nata l’idea di dipingere il muro? Immagino sia stato un momento pieno di emozioni contrastanti.

Ho iniziato a dipingere sul muro di Berlino per rinchiuderlo nell’arte, per mostrarne l‘assurdità.
L’arte come forma più alta di comunicazione ha il compito di raggiungere il maggior numero possibile di persone, il muro di Berlino, il lato ovest del muro, era perfettamente adatto a questo, e così è diventato il mio primo atelier.
Con Thierry Noir e Christophe Bouchet abbiamo dipinto un centinaio di metri di un mondo colorato, vivace e libero.

Era un atelier molto freddo...
Il muro costruito nel 1961 era freddo, disumano, un muro di morte, un relitto della Guerra Fredda, del comunismo contro il capitalismo, Berlino una città artificiale

Le persone, i passanti, come hanno reagito?
Siamo stati i primi che hanno dipinto arte e immagini sul muro, le persone erano divise a metà: una parte  diceva meraviglioso, fico, gli altri dicevano non potete dipingere sul muro. Nel 1986, Wim Wenders ha scoperto i nostri dipinti e ha girato molte scene del suo film “Il cielo sopra Berlino”


Così improvvisamente guardando Berlino dall’alto si poteva vedere un lato del muro, brillante e artistico, e un lato grigio, the dark side of the wall, un lato oscuro. Puoi descriverci quel lato, la vita, le sensazioni a Berlino Est?
Raramente sono andato a Berlino Est, era grigio, deprimente, un odore di fosforo e carbone sulle labbra, le persone non erano libere, era triste

Tu sei anche un musicista. Ci sono molte canzoni dedicate al muro, qual è la tua preferita, quella che descrive meglio quegli anni?
Siamo stati giovani socializzati dal punk rock, la nostra libertà era di vivere nel presente, tutto era per noi, tutto era per gli altri, era una questione di libertà.
In quel momento avevo il mio gruppo musicale “Sprung aus den wolken” (Il salto dalle nuvole), i nostri testi dicevano “Siamo giovani e non possiamo aspettare” li abbiamo dipinti come immagini sul muro.
Abito dal 1975 a Berlino ovest e ho conosciuto musicisti come Iggy Pop, David Bowie e Nina Hagen, erano persone normali come me e te.
Tutti i creativi si sentivano a loro agio a Berlino perché c’era una libertà che non esisteva da nessuna altra parte in Europa
I Sex Pistols avevano una canzone “Holidays in the sun”, una frase è “Ora ho una ragione per aspettare: è il Muro di Berlino”,

Hai cominciato dipingendo volti a forma di cuore e personaggi con la corona che sono diventati tratti distintivi della tua arte, il tuo modo per dire che ognuno dev’essere re o regina della terra che ha scelto di abitare. Dopo quello di Berlino, hai dipinto altri muri?

Preferisco ancora dipingere sui muri, tanto spazio, la dimensione è fantastica e l’arte all’aperto diventa pubblica.
E’ il mio un messaggio a tutti i presidenti di questo mondo che vogliono costruire muri, per tenere imprigionata la loro gente: rompete i muri perché solo una vita senza muri è una vita libera.

Timisoara Pinto

Intervista con Kiddy Citny - Radio1 in viva voce