Il “cuntaro” siciliano, con l'incedere folk e blues della band dei suoi “caminanti”, mette in musica i personaggi archetipi dell'infanzia per fronteggiare le contraddizioni di oggi. Cantante con la voce che incanta e autore che sa illustrare il suo canto: “allesti cunti si non voi 'n patruni” dice Basile nella canzone manifesto che apre il disco, un omaggio a coloro che hanno scelto di vivere una vita orgogliosa, personale, unica, raccontando le cose agli altri, “una maniera di sottrarsi a una dinamica produzione-consumo tipica dei nostri giorni, al lavoro come religione, fatto passare come requisito necessario per stare al mondo, per essere rispettati”.
“Araziu Stranu” è come Ciccio Busacca, bracciante e muratore, o come Muddy Waters, raccoglitore nei campi di cotone dei bianchi. Quando Alan Lomax gli chiese perché suonasse la chitarra, il bluesman di Chicago rispose: “perché voglio andar via dalla piantagione, non lavorare più”. “Libertà mi fa schifo se alleva miseria” è forse il verso che condensa al meglio la morale della storia, la chitarra di Basile, il suo rosario, è una fionda: “una persona che lavora viene sequestrata in cambio di un salario che non gli lascia niente, non gli dà il tempo di vivere, di crescere, e nemmeno il tempo di lavorare per se stesso”.
Il cd a tinte forti di Basile convince di nuovo, a distanza di due anni, la giuria delle Targhe Tenco, ma questa volta, dopo una serie di avvenimenti legati alla Siae e ai suoi protagonisti, il cantautore catanese ritirerà il suo premio, a dimostrazione che la coerenza premia anche nella musica e il tempo è un grande autore.
da "Il cantautore" Numero unico del Club Tenco Sanremo 2015 |
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