Canzone “ad libitum” per eccellenza, ha scritto Gianni Borgna nel suo “L’Italia di Sanremo”. Ad libitum riguardo all’impianto musicale, ma anche riguardo al testo, dove la parola “felicità” è ripetuta 28 volte.
Scritta da Cristiano Minellono, Dario Farina e Gino De Stefani e prodotta dallo stesso Farina, è un esempio di synth-pop italiano con un’anima pugliese: l’ossessiva iterazione ritmica che la caratterizza, ne fa una pizzica griffata anni ’80.
E poi, naturalmente, l'interpretazione: se Al Bano ci mette le radici, Romina accende il suo “power”.
Al Festival di Sanremo 1982, dove la canzone si classifica al secondo posto, si canta dal vivo su base registrata e senza l’ausilio del gobbo elettronico, una stampella che verrà introdotta molti anni dopo.
La figlia del grande Tyrone appare spavalda e sicura di sé, Al Bano disorientato, entra in ritardo, poi recupera ma ha dei vuoti di memoria sul testo, ecco perché non stacca lo sguardo da Romina, che lo aiuta suggerendogli le parole, proprio mentre la telecamera intercetta le sue labbra. E’ lei la più amata dagli italiani, la vera artefice del rilancio discografico dell’ugola di Cellino reduce da anni di tour all’estero e di silenzio in patria.
“Una mamma in superclassifica”, titola Sorrisi & Canzoni TV del 5 marzo 1982, segnalando la presenza in hit parade di ben tre brani interpretati dalla Power, da sola o in coppia: “Sharazan”, “Il ballo del qua qua” e, naturalmente, “Felicità”.
Tutto merito dell’intuito di Freddy Naggiar della Baby Records, l’etichetta che sbanca il botteghino puntando tutto sulla bellezza e la dolcezza della figlia d’arte. Vincitori morali di quel Festival, Al Bano & Romina Power conquistano il primo posto la volta successiva, nel 1984, sempre per quella legge non scritta della compensazione che a Sanremo trova puntuale applicazione.
Minellono, autore del testo, racconta di essersi ispirato ai fidanzatini della serie “Love is…” della vignettista Kim Grove e di averla scritta all’Union Studio di Monaco di Baviera, poco prima della registrazione: “Ero in clamoroso ritardo. Naggiar mi rinchiuse in una stanza con carta, penna, birra e sigarette, dicendomi che mi avrebbe fatto uscire solo col testo finito. Gli consegnai 25 strofe: "Ecco qua… scegliti le 15 che preferisci. Il suo commento fu che felicità era una parola d’antan. Gli risposi che presto sarebbe ritornata di moda. Risultato: 10 milioni di copie nel mondo”. Oltre a un Golden Globe in Germania per il disco più venduto dell’anno.
“Quando Naggiar me la propose – gli fa eco Al Bano - accettai subito, perché venivamo fuori da quindici anni di Italia vestita a lutto. Per fortuna all’inizio degli anni Ottanta le cose erano mutate e noi lo volevamo ribadire, con un semplice inno. In quel periodo i cantanti ricorrevano ai mezzi più stravaganti per imporsi, le nostre canzoni erano invece pulite, e pertanto, controcorrente. Esaltavano i valori della gente normale, che erano anche valori universali. Era il mio modo di gridare: ora parliamo della cultura della semplicità.”
Tradotta in spagnolo, “Felicidad”, è stata utilizzata per lo spot di un’automobile Skoda in Spagna e di un caffè in Cile. Vanta il maggior numero di parodie, da Jerry Calà nel film “Bomber” (“Felicità è mangiare un panino con dentro un bambino, la felicità”) a Neri Marcorè e Luca Barbarossa che al Concerto del Primo Maggio 2011 diventano “Alfano e Romina”: “Immunità, è votare una legge che ti protegge, immunità, ti cancella un reato con un decreto, immunità (…) l’evasione fiscale diventa legale con l’immunità”.
Popolarissima in Russia, è oggi, con il titolo “Με μια σου ματιά”, in classifica in Grecia nella versione di Yiannis Ploutarxos in coppia con Al Bano.
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