Stereonotte, lo storico spazio musicale notturno di Radio1, trasmetterà venerdì 24 novembre, una speciale intervista con Wim Mertens, maestro del minimalismo europeo, protagonista, qualche giorno fa, di un concerto in esclusiva al Teatro Regio di Parma con i sessanta elementi della Filarmonica Arturo Toscanini nell’ambito del Barezzi Festival.
Al microfono di Silvia Boschero, Mertens ha annunciato in anteprima assoluta il titolo della sua prossima opera: “Missionized”. “Un lavoro nato intorno al concetto di “missione”, ha detto il re fiammingo dell’ambient e dell’avant-guarde –. Sono partito da questa domanda: possiamo avere la pretesa di lavorare per una missione? Può la musica avere di nuovo una missione? Ma il disco avrà anche a che fare con la tematica della colonizzazione: l'opera dei missionari appunto. Il fatto che gli europei imposero un loro standard nell'arte, nella cultura e, ovviamente, nell'economia”.
Il pianista e compositore belga che nel libro “American minimal music” parlava della musica rivoluzionaria degli anni ‘60 e ‘70 crede fortemente nella creatività delle nuove generazioni: “Oggi abbiamo molti giovani compositori, non ci sono solo quelli della mia età, ma i ventenni. E la loro creatività non dipende più da qualcuno che deve dare loro il permesso, ora hanno un accesso libero da sfruttare. E' un'evoluzione interessante perché ci stiamo allontanando dagli standard in tutti i generi: nella musica classica, in quella orchestrale, nel pop e nella musica commerciale. A mio parere tutto ciò ha a che fare con la nostra relazione con l'autorità. Che oggi è completamente cambiata. Negli anni ‘60 e ‘70 c'era rispetto totale dell'autorità, che era accettata da tutti, e quindi rispetto dello standard. Sappiamo che tutti gli aspetti dell'autorità (il rapporto professore-studente, genitore-figlio), tutte queste cose sono cambiate. Anche la maniera di produrre musica negli anni Settanta era diversa, dipendeva anch'essa da un'autorità: noi eravamo totalmente dipendenti dalle orchestre. Quando invece iniziai a registrare con un multi-traccia significò che non dipendevo più da ensemble istituzionali o organizzati. Dalle autorità musicali”.
Questo distinto signore belga di sessantaquattro
anni ricorda, infine, il suo esordio tutto italiano: “Nel 1982, il mio
primissimo concerto fuori dal Belgio fu a Bologna e Siracusa. Suonai open air a
Bologna e poi guidai tutta la notte, portando con me il mio piano elettrico,
che era un piano italiano, fino alla Sicilia. Quando arrivai la prima cosa che
feci fu andare a tagliarmi i capelli dal barbiere. Fu un fatto simbolico:
qualcosa era cambiato nella mia vita. Stavo finalmente realizzando il mio sogno
di fare dei concerti e accadde proprio in Italia”.
Tra i brani in scaletta, Stereonotte
trasmetterà il tema più celebre di Mertens “Struggle for pleasure”, brano
divenuto popolare nel nostro paese negli anni ’80 come colonna sonora di uno
spot televisivo.